Una nuova Violetta

Jesi chiude la stagione con Verdi

Recensione
classica
Teatro Pergolesi Jesi
Giuseppe Verdi
05 Febbraio 2017
Grande attesa a Jesi per uno dei più noti titoli di repertorio, presentato in un nuovo allestimento firmato da Franco Dragone e Benito Leonori. La semplicità della scenografia, totalmente priva di arredi e realizzata solo con lunghi tendaggi, acquisiva movimento solo dalla prospettiva creata dal grande piano inclinato del palcoscenico. I personaggi, nella scena così nuda, risaltavano nei loro drammi interiori ed esteriori e nelle loro passioni: autentici solo Alfredo e Violetta, gli altri irrigiditi nel loro ruolo sociale. Statiche, tanto da creare dei quadri di valenza pittorica, le scene di massa, attraverso il gioco della luce a mettere in risalto i colori mai accesi dei costumi e gli equilibri delle forme. Discutibile forse la scelta registica del finale, dove Violetta anziché accasciarsi si allontana (a piegarsi al suolo è Alfredo…..): quasi sublimazione della morte, attraverso un atto d’amore. Tra gli interpreti sono emersi Salome Jicia, al debutto nel ruolo, reduce dai successi rossiniani dell’estate scorsa: voce di grande spessore sonoro, condotta con perfetta tecnica; forse un po’ rigida all’inizio, ma poi più espressiva e più dentro la parte nel secondo e terzo atto. Anche Giovanni Meoni ha riscosso un meritato successo di pubblico, per la vocalità ben calibrata e la buona intepretazione del personggio. Il promettente Defabiani, indisposto, non ha potuto dare il meglio di sé, ma a parte i passaggi più impervi, ha ben sostenuto il ruolo. Troppo sonora nella zona degli ottoni e delle percussioni, a volte perfino bandistica, e debole nella sezione dei violini, si è confermata l’orchestra, nonostante la direzione del giovane direttore Giuseppe Montesano, carriera tutta viennese, al suo debutto in Italia.

Interpreti: Violetta Valéry Salome Jicia Flora Bervoix Mariangela Marini Annina Teresa Stagno Alfredo Germont Ivan Defabiani Giorgio Germont Giovanni Meoni Gastone, Visconte di Létorières Daniele Adriani Il barone Douphol Omar Kamata Il marchese d’Obigny Cuneyt Unsal Il dottor Grenvil Enrico Marchesini Giuseppe Alessandro Pucci Un domestico di Flora Massimiliano Fiorani Un commissionario Franco Di Girolamo

Regia: Franco Dragone

Scene: Benito Leonori

Costumi: Catherine Buyse Dian

Orchestra: Orchestra Sinfonica "Rossini"

Direttore: Giuseppe Montesano

Coro: Coro Lirico Marchigiano "Vincenzo Bellini"

Maestro Coro: Carlo Morganti

Luci: Fabrizio Gobbi

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