martedì 5 agosto 2014

IL TRITTICO, GIACOMO PUCCINI – FESTIVAL PUCCINI, TORRE DEL LAGO, domenica 3 agosto 2014

La produzione del Trittico al Festival Puccini di Torre del lago vede quest’anno una sinergia di forze che coinvolge l’Accademia di Alto Perfezionamento per voci liriche pucciniane, unitamente al bando di concorso per la regia, le scene ed anche i costumi per il celebre lavoro del musicista lucchese.
Così, accanto a colonne portanti del panorama lirico internazionale, si sono esibiti anche i giovani dell’Accademia, per un incontro tra certezze e speranze future.
Vincitrici del bando e quindi curatrici della messa in scena del Trittico nell’Auditorium Caruso sono state sette giovani italiane che hanno presentato un progetto a nostro avviso semplice e funzionale, senza troppi fronzoli, ma di buon gusto e studiato appositamente per il piccolo auditorium, ove saranno ospitate anche le prossime iniziative del Progetto Puccini 2.0, ossia il laboratorio di idee legato al Festival e che ha proprio il compito di promuovere i giovani e le loro proposte innovative.
Trait d’union delle tre messe in scena è la figura centrale di un bambino, che compare sul palcoscenico sia in veste reale che immaginaria, a rappresentare l’innocenza che vede dal di fuori ciò che il mondo degli adulti costruisce, a volte incomprensibilmente, e che permette così allo spettatore di assistere con lui alle tre vicende che si alternano nell’ordine da tutti conosciuto. Così nel Tabarro rappresenta l’immagine del piccolo figlio di Michele e Giorgetta ormai morto; in Suor Angelica è l’anima del dolce figlioletto della sfortunata sorella, infine in Gianni Schicchi è il divertito Gherardino, che gode in carne ed ossa dei siparietti e delle sciocche facezie dei parenti sbeffeggiati dal defunto Buoso e dallo stesso Schicchi.

Con Tabarro la regista Selene Farinelli ci porta in un ambiente cupo, ove le azioni sono concitate e non danno tregua ai protagonisti, irrequieti nell’animo e dunque anche nelle gesta. Le scene di Monica Bernardi prevedono una banchina illuminata solo da un lampione davanti ad una ringhiera di ferro e con dietro un muro di mattoni. A lato un semplice filo appeso ove Giorgetta stende il bucato. L’ambiente è semplice nella sua desolante semi oscurità, ed i protagonisti si muovono in esso quasi come ombre di se stessi, ombre di una vita mal vissuta, che porta alla tragedia ed alla sofferenza di dover andare avanti con tremendi rimorsi. A scena aperta il bimbo di cui sopra compare sul palco come una visione, per consegnare alla mamma la sua scarpetta, ormai simbolo di sofferenza nel ricordo dell’amore materno perduto. Da lì si dipanano tutte le gesta dei protagonisti, in cerca ancora di qualche emozione nella noia della vita quotidiana, senza riuscirci naturalmente.

Alla guida delle tre messe in scena il Maestro Bruno Nicoli ci è parso tirar fuori il meglio dell’espressività dall’orchestra del Festival. Il suono è armonioso ed avvolgente, complice anche la piccola sala dell’auditorium, mai sopra le righe, che accompagna e guida gli interpreti con gusto e diversità di accenti: una esecuzione pregevole.

Nel ruolo di Michele Alberto Mastromarino si mostra appassionato e navigato interprete, che sa aggiungere un tocco personale al ruolo, donandogli una certa umanità che diversamente non troveremmo;  è un uomo tradito e vendicativo sì, ma pur padre sofferente, il che risulta anche nell’esecuzione vocale: di cuore e pathos.
Altresì dicasi per Amarilli Nizza come Giorgetta: la sicurezza nella tecnica e nell’emissione vocale le consentono anche una interpretazione del personaggio di grande forza espressiva. Non una moglie annoiata che cerca  ‘distrazione’ in un altro uomo per occupare il tempo, bensì una madre e moglie che ha dato tutto senza nulla in cambio e cerca disperatamente di trovare salvezza nel cuore di un altro, ma le verrà portato via anche questo.
Mirko Matarazzo ha indubbiamente offerto un Luigi molto vigoroso sia per voce che per  interpretazione, risultando però talvolta eccessivo, soprattutto in acuto.
Piuttosto convincente e dal bel timbro fresco ed acuto il Tinca di Manuel Pierattelli, mentre ci è parso subire la pur equilibrata orchestra Marco Simonelli nel ruolo del Talpa. Sua moglie La Frugola è una certamente espressiva Laura Brioli, che però ci è parsa incupire un po’ troppo i suoni soprattutto nel registro grave.
Chiudono il cast i due amanti,  Francesca Martini , voce fresca e delicata, ben assortita con  Ugo Tarquini, anch’egli delicato e corretto, interprete anche del ruolo del Venditore di canzonette.
Infine le Midinette: Federica Grumiro, Mariacarla Seraponte, Francesca RomanaTiddi, Mariacarla Seraponte, Paola Roncolato, Marina Gubarev.

Il pubblico molto attento e festoso ha salutato al termine tutti i protagonisti, con le consuete punte di gradimento agli interpreti principali ed anche alla regista.

LA PRODUZIONE

Maestro concertatore
e direttore                              Bruno Nicoli
Regia                                     Selene Farinelli
Scene                                     Monica Bernardi
Costumi                                 Lorena Marin
Assistente alla scenografia
e ai costumi                           Carla Conti Guglia
Disegno luci                           Valerio Alfieri
Maestro del Coro                 Francesca Tosi

GLI INTERPRETI

Michele                                  Alberto Mastromarino
Giorgetta                               Amarilli Nizza
Luigi                                      Mirko Matarazzo
Il Tinca                                  Manuel Pierattelli
Il Talpa                                  Marco Simonelli
La Frugola                            Laura Brioli
Un Venditore
di canzonette                         Ugo Tarquini
Due amanti                           Ugo Tarquini, Francesca Martini
Le Midinette                        Federica Grumiro, Mariacarla Seraponte, Francesca Romana
Tiddi, Mariacarla Seraponte, Paola Roncolato, Marina Gubarev

Orchestra e Coro del Festival Puccini

Nuovo Allestimento del Festival Puccini

Per Suor Angelica la scena fissa dello sfondo si trasforma ed arricchisce con le inferriate e i muri del convento in cui risiede la protagonista con le sue consorelle, ancora opera di Monica Bernardi. Anche in questo caso pochi elementi sono sufficienti e funzionano molto bene per la storia narrata. La regia è opera di Vittoria Lai e Giorgia Guerra, che hanno saputo dare ai personaggi un’aura di austerità e drammaticità insieme che a fine rappresentazione, soprattutto all’arrivo del bimbo, che torna tra i mortali un’ultima volta per prostrarsi in ginocchio accanto alla mamma morente, hanno lasciato il pubblico molto scosso.

In questa seconda parte del Trittico ritroviamo alcune interpreti del Tabarro.

L’esperienza di Amarilli Nizza in questo ruolo è tale da consentirle di padroneggiarlo in maniera totalizzante. Il suo canto ‘con l’anima’ in particolar modo in questa opera, le consente di trascendere da se stessa e calarsi nel ruolo a tal punto che il risultato è quasi sconvolgente; senza mai porre in secondo piano l’esecuzione vocale che è la colonna portante della sua interpretazione.

Ritrova al suo fianco Laura Brioli in questo caso come zia Principessa, che ci è parsa più convincente rispetto al Tabarro. Nell’insieme delle tante sorelle che popolano la vicenda registriamo la Badessa di Paola Roncolato, dal piglio austero, la suora Zelatrice e la Maestra delle Novizie, rispettivamente Marina Gubarev, qui parsa leggermente discontinua nell’emissione vocale, e Sandra Mellace, dal timbro scuro e forte. Le tre suore Genovieffa, Osmina e Dolcina, sono nell’ordine una discreta Federica Marotta,  Hanying Tso e Federica Grumiro, la Suora Infermiera è Francesca Cappelletti, la Prima cercatrice è Mariacarla Seraponte, la Seconda cercatrice e novizia è Francesca Romana Tiddi, la Prima conversa è Francesca Martini, ed infine la Seconda conversa è Myrto Bocolini.

Il coro delle voci bianche di Sara Matteucci ed il coro del Festival di Francesca Tosi completano questo spettacolo molto intenso.
Diversi minuti di applausi hanno accolto una visibilmente commossa Amarilli Nizza e poi tutto il cast e le registe al termine.

LA PRODUZIONE

Maestro concertatore
direttore                                Bruno Nicoli
Regia                                     Vittoria Lai e Giorgia Guerra
Scene                                     Monica Bernardi
Costumi                                 Lorena Marin
Assistente alla scenografia
ai costumi                              Carla Conti Guglia
Disegno luci                           Valerio Alfieri
Maestro del Coro                 Francesca Tosi
Maestro del Coro
delle voci bianche                 Sara Matteucci

GLI INTERPRETI

Suor Angelica                       Amarilli Nizza
La Zia Principessa                Laura Brioli
La Badessa                            Paola Roncolato
La Suora Zelatrice               Marina Gubarev
La Maestra delle Novizie     Sandra Mellace
Suor Genovieffa                   Federica Marotta
Suor Osmina                         Hanying Tso
Suor Dolcina                         Federica Grumiro
La Suora Infermiera            Francesca Cappelletti
Prima cercatrice                   Mariacarla Seraponte
Seconda cercatrice               Francesca Romana Tiddi
Una novizia                           Francesca Romana Tiddi
Prima conversa                     Francesca Martini
Seconda conversa                Myrto Bocolini

Orchestra e Coro del Festival Puccini
Coro delle voci bianche del Festival Puccini
Nuovo Allestimento del Festival Puccini

Con Gianni Schicchi l’atmosfera cambia radicalmente e ci troviamo in una camera da letto con il parato di fondo che ricorda il tendone di un circo, che poi lascia il posto ad una splendida veduta della città di Firenze, ove gli sciocchi parenti del defunto Buoso si lamentano e piangono per una eredità che viene loro negata in favore dei frati di un convento. Il bimbo che ha ‘attraversato’ le vicende come figura irreale di questo Trittico è ora in concreto il figlio di Gherardo e Nella, che qui assiste tra il divertito e l’incredulo a quanto possano essere sciocchi e fatui gli adulti. Anche questa terza parte è curata con molto gusto sia per regia, non banale ma dinamica e con qualche guizzo di originalità, opera di elena Marcelli, che per le scene, sempre a cura di Monica Bernardi. I costumi dell'intero Trittico sono di Lorena Marin, qui particolarmente graziosi.

Protagonista assoluto e grande mattatore è ancora una volta Alberto Mastromarino, che qui supera se stesso e ci offre uno Schicchi brioso, a tratti sentimentale, consapevole del suo operato e mai sopra le righe; insomma un personaggio risolto con ‘mestiere’.

Accanto a lui, anche in questo caso, ritornano alcuni interpreti dell’intera serata. Mariacarla Seraponte, risolve il  personaggio di Lauretta con semplicità e naturalezza, così come la celebre aria rivolta al babbo è eseguita con buona verve, pur senza troppo colpire. Il suo spasimante è interpretato da Ugo Tarquini, che ha con lei un buon feeling e conferma la leggerezza nel timbro, se pur con qualche problemino a farsi udire a pieno di tanto in tanto.

Stavolta Sandra Mellace è nel ruolo di Zita, che qui mostra una buona vena comica, così come Federica Grumiro in Nella e Anna Maria Stella Pansini nel ruolo della Ciesca.
Più a suo agio nel ruolo di Simone Marco Simonelli,  che ci è parso più espressivo anche in voce, e conferma la buona impressione avuta in Tabarro Manuel Pierattelli, alias Gherardo, col suo timbro morbido ed apprezzabilmente acuto. A completare la schiera di ruoli di fianco:  Pedro Carrillo, Betto, Jacopo Bianchini, Marco, nel doppio ruolo di Maestro Spinelloccio e Ser Amantio di Nicolao Velthur Tognoni, il Pinellino e Guccio di Gabor Kovacs e Simone Frediani, e la deliziosa Matilde Silicani come piccolo Gherardino.

Atmosfera rilassata e divertita per tutti e calorosi applausi soprattutto per Alberto Matromarino. Il Maestro Nicoli è poi finalmente giunto alla ribalta per ricevere i meritati applausi, insieme al team produzione e a tutte le registe della serata.

MTG

LA PRODUZIONE

Maestro concertatore
e direttore                              Bruno Nicoli
Regia                                     elena Marcelli
Scene                                     Monica Bernardi
Costumi                                 Lorena Marin
Assistente alla scenografia
e ai costumi                           Carla Conti Guglia
Disegno luci                           Valerio Alfieri
Maestro del Coro                 Francesca Tosi

GLI INTERPRETI

Gianni Schicchi                    Alberto Mastromarino
Lauretta                                Mariacarla Seraponte
La Zita                                   Sandra Mellace
Rinuccio                                Ugo Tarquini
Gherardo                              Manuel Pierattelli
Nella                                      Federica Grumiro
Betto                                      Pedro Carrillo
Simone                                   Marco Simonelli
Marco                                    Jacopo Bianchini
La Ciesca                              Anna Maria Stella Pansini
Maestro Spinelloccio/
Ser Amantio di Nicolao        Velthur Tognoni
Pinellino                                Gabor Kovacs
Guccio                                   Simone Frediani
Gherardino                           Matilde Silicani


Orchestra del Festival Puccini
Coro del Festival Puccini

Nuovo Allestimento del Festival Puccini





La locandina dell'evento