Zubin Mehta festeggia i cinquant’anni a Firenze con Turandot

Firenze, Nuovo Teatro dell’Opera, Stagione Lirica 2012
“TURANDOT”
Dramma lirico in tre atti, libretto di Giuseppe Adami e Renato Simoni, da Carlo Gozzi
Musica di Giacomo Puccini
La principessa Turandot  JENNIFER WILSON
L’imperatore Altoum ENRICO COSSUTTA
Timur GIACOMO PRESTIA
Calaf  JORGE DE LÉON
Liù EKATERINA SCHERBACHENKO
Ping FABIO PREVIATI
Pang CARLO BOSI
Pong IORIO ZENNARO
Un mandarino KONTANTIN GORNY
Il Principe di Persia LEONARDO MELANI
Prima ancella LAURA LENSI
Seconda ancella GIULIA TAMARRI
Orchestra e Coro del Maggio Musicale Fiorentino
I ragazzi cantori di Firenze
Direttore Zubin Mehta
Maestro del coro Piero Monti
Maestro del coro di voci bianche Marisol Carballo
Mise ne espace Marina Bianchi
Costumi Wang Yin
Luci Luciano Roticiani
Video Silvio Brambilla
Firenze, 29 novembre 2012
Turandot è il titolo operistico del “mini festival” che il Maggio Musicale Fiorentino ha voluto dedicare al suo direttore principale Zubin Mehta. Trovandosi in stato di inagibilità il vecchio Teatro Comunale a causa di interventi di bonifica dall’amianto, la Fondazione si è trovata costretta ad optare per una versione semiscenica di uno dei migliori allestimenti del Maggio, quello di Zhāng Yìmóu, all’interno del Nuovo Teatro dell’Opera ancora non completamente operativo.
In una difficile situazione notevoli sono i risultati della mise en espace curata da Marina Bianchi. Un telo (sul quale vengono proiettati video curati da Silvio Brambilla della storica Turandot che lo stesso Maggio, sempre con Yìmóu e Mehta, portò alla Città Proibita di Pechino nel 1998) è posizionato davanti il coro rendendolo un’entità quasi astratta. I protagonisti agiscono per buona parte della rappresentazione su un praticabile collocato alle spalle dell’Orchestra, qui posizionata all’altezza del palcoscenico. Sotto le luci di Luciano Roticiani ritroviamo i sontuosi e coloratissimi costumi di Wang Yin gli unici superstiti dell’allestimento originario.
La posizione “da protagonista” dell’orchestra, permette di apprezzare le qualità della partitura, l’ottima acustica della sala concorre a risaltare la lettura fluida e intensa di Mehta con un suono imponente ma che non cede all’eccesso: un’architettura equilibrata dove si armonizzano momenti travolgenti con coinvolgenti passaggi di vibrante lirismo. Il coro, preparato dal maestro Piero Monti, trova piena intesa col direttore. Preciso e coinvolto, espressivo e travolgente anch’esso, con orgoglio si impone col suo apporto artistico seppur visivamente in posizione sfavorevole.
Valido  il cast. La “principessa di gelo” è Jennifer Wilson, acclamata Brunnhilde nel Ring wagneriano della Fura dels Baus a Firenze tra il 2007 e il 2009 che qui ritroviamo con un registro medio-grave non sempre  nel pieno delle potenzialità ma ancora eccellente in quello acuto.
Un ottimo principe è ignoto è lo spagnolo Jorge de Léon. Voce calda, limpida, imponente. Seppur con qualche difficoltà iniziale, il “Non piangere Liù” e il celeberrimo “Nessun dorma” spiccano come due momenti di assoluta rilevanza esecutiva. Ekaterina Scherbachenko è una Liù di gradevole ascolto: chiara, coinvolgente, si contraddistingue per una prestazione di misurata compostezza.
Ping, Pang e Pong sono rispettivamente Fabio Previati, Carlo Bosi e Iorio Zennaro. A loro il merito di essere riusciti a portare sul palco non le solite macchiette, ma personaggi con dignità di protagonisti di buon impatto scenico e drammaturgico. Giacomo Prestia è un valido Timur, capace di sfoggiare tutte le abilità conquistate nel corso di una lunga carriera.
Buone le prove di Enrico Cossutta (Imperatore Altoum), Konstantin Gorny (Mandarino) e Leonardo Melani (Principe di Persia); completavano il cast Laura Lensi e Giulia Tamarri (le ancelle di Turandot), entrambe componenti del Maggio Musicale Fiorentino. Bravissimi i componenti dei Ragazzi cantori di Firenze preparati da Marisol Carballo. Tripudio di applausi e ovazioni per tutti, in particolare per De Léon e Mehta.