Spettacoli

La bohème – Teatro Carlo Felice, Genova

Al Carlo Felice di Genova torna la coloratissima Bohème pensata da Francesco Musante.

“La sensazione quasi musicale che procura questo dominante accordo di tabacco scuro e carta-zucchero, di rugose corposità e lisce opalescenze, lascia supporre un gusto della vita voluttuoso, malinconico, nostalgico,curiosamente raffinato.” Così scriveva, nel febbraio 1978, Mario Soldati a proposito dell’arte di Francesco Musante, e non possiamo che notare come questi aggettivi si intonino perfettamente anche alla musica di Bohème di Giacomo Puccini. Una scelta quindi azzeccatissima quella di fare curare la parte visiva dello spettacolo all’artista genovese, un allestimento ormai classico nel capoluogo ligure, creato nel 2011, riproposto nel 2014 e da noi recensito nel 2019, quando scrivemmo: “La visione, condivisa con il regista Augusto Fornari, è quella di un grande giocattolo: il demiurgo Puccini-Parpignol crea con i suoi personaggi un teatrino della vita, marionette sempre scherzose e sopra le righe, per le quali la morte è solo un accidente che non intacca la vita spensierata, gioiosa e scapestrata. Uno stile naïf e peculiare, quello di Musante, che l’artista ha scelto di non tradire anche se nell’opera compaiono temi importanti e cupi come la malattia ed il dolore della perdita. Sul palco una parata di palazzi dai colori sgargianti e di fattura fumettistica, costumi a grandi righe verticali dominati da toni accesi, un enorme pupazzo di neve nel terzo quadro: una scelta interessante, rispettabile che funziona anche bene nei primi tre quadri ma che stenta un po’ ad amalgamarsi con il tragico quadro quarto, dove la morte della protagonista resta comunque il perno della storia e del colore sentimentale e musicale. A livello registico l’intervento di Augusto Fornari si fa notare per una grande cura dei movimenti, sia dei singoli che delle masse, ben studiati e molto puliti. Intonate alle intenzioni generali le luci, ben progettate da Luciano Novelli.” A qualche anno di distanza non possiamo che ribadire quanto di buono c’è in questo spettacolo, che nella revisione odierna vede un più limitato impiego dei bambini, quasi alter ego pascoliano dei protagonisti, presenti in secondo e terzo atto e brevemente nell’ultimo quando si allontanano su un carretto, chiaro rimando alla fine dell’innocenza. Una produzione che invecchia bene, si guarda con grande piacere e che sa lenire, a suo modo, il dramma della morte.
 
Ben calibrato ed amalgamato il versante musicale dello spettacolo.
Dal podio, Francesco Ivan Ciampa coglie molto bene l’essenza della drammaturgia pucciniana. Il racconto è costruito attraverso pennellate sonore energiche e dense di emozione, con particolare attenzione per i momenti di maggiore abbandono, sottolineati con la giusta enfasi. Equilibrata appare, inoltre, la scelta dei tempi e delle dinamiche, ben differenziate tra le pagine più spensierate (su tutte il quadro di Momus) e quelle più drammatiche (il tragico finale). Buono, infine, il rapporto tra buca e palcoscenico grazie al prezioso apporto della orchestra genovese che si fa apprezzare per la brillantezza e la pulizia del suono.

Boheme_Genova_2024_2
Alessio Arduini,Gabriele Sagona e Pablo Ruiz

Di ottimo livello il cast vocale.
Anastasia Bartoli, al suo debutto nel ruolo di Mimì, dipinge il suo personaggio come una ragazza moderna ed appassionata. Una eroina dal carattere forte e volitivo, fiera di lottare per l’amore e per i propri valori fino all’ultimo dei suoi giorni. A tanta personalità corrisponde una vocalità importante, dal bel colore brunito, ampia nei centri e sicura nella salita verso il registro superiore. Una prova vocale ben riuscita grazie, tra l’altro, alla varietà di sfumature, di colori e di intensità con cui l’artista dipinge ogni inciso del libretto.

Al suo fianco, Galeano Salas è un Rodolfo dalla vocalità luminosa e che colpisce, in particolare, per lo squillo di un registro superiore ampio e penetrante. La linea vocale è piuttosto omogenea e mostra la giusta duttilità nel disegnare suggestive mezzevoci. Ben riuscito il personaggio, che si avvale di un fraseggio variegato e carico di emozione.

Frizzante e peperina, secondo tradizione, la Musetta di Benedetta Torre. Il soprano esibisce una linea ben controllata, sfumata a dovere grazie alla pregevole padronanza tecnica complessiva. L’incisività di un accento ricercato e pertinente sottolinea il carattere del personaggio, ulteriormente impreziosito dalla bella presenza scenica.

Ottimo il Marcello di Alessio Arduini, la cui prova vocale conquista per il naturale lirismo di uno strumento dal bell’impasto timbrico. L’organizzazione vocale del baritono si avvale di una emissione ben proiettata e di facile espansione. Sempre a fuoco il fraseggio, così come le movenze sul palcoscenico.

Gabriele Sagona, con il suo timbro vellutato, tratteggia un Colline di pregio. Cesellata a dovere è, inoltre, la celeberrima “vecchia zimarra” in quarto atto.

Completa l’allegra compagnia dei Bohèmien il bravo Paoblo Ruiz, uno spigliato Schaunard dalla vocalità ben rifinita ed uniforme.

Godibile e composto il Benoît di Claudio Ottino; irresistibilmente ironico l’Alcindoro del carismatico Matteo Peirone.

Boheme_Genova_2024_1
Benedetta Torre

Completano la locandina i puntuali Giampiero De Paoli, Caludio Isoardi, Franco Rios Castro e Loris Purpura nei ruoli, rispettivamente, di Parpignol, un venditore ambulante, un Sergente e un Doganiere.

Molto buona, per precisione ed intensità, la prova del Coro del Teatro Carlo Felice di Genova, diretto con solida professionalità da Claudio Marino Moretti.
Una menzione d’onore, infine, spetta al Coro di Voci Bianche che, sotto la guida di Gino Tanasini, conferisce un inusitato rilievo agli interventi dei piccoli cantori durante il secondo quadro.

Pubblico numerosissimo in sala e che vanta, tra l’altro, una grande partecipazione di giovani spettatori. Nel corso della serata non mancano gli applausi a scena aperta che si trasformano, poi, in accoglienze trionfali al termine per tutti gli interpreti e direttore.

LA BOHÈME
Scene liriche in quattro quadri
Libretto di Luigi Illica e Giuseppe Giacosa,
dal romanzo Scènes de la vie de Bohème di Henri Murger
Musica di Giacomo Puccini

Mimì Anastasia Bartoli
Rodolfo Galeano Salas
Marcello Alessio Arduini
Musetta Benedetta Torre
Colline Gabriele Sagona
Schaunard Pablo Ruiz
Benoît Claudio Ottino
Alcindoro Matteo Peirone
Parpignol Giampiero De Paoli
Un venditore ambulante Claudio Isoardi
Sergente Franco Rios Castro
Doganiere Loris Purpura

Orchestra, Coro, Coro di voci bianche e Tecnici dell’Opera Carlo Felice Genova
Direttore Francesco Ivan Ciampa
Maestro del coro Claudio Marino Moretti
Maestro del Coro di voci bianche Gino Tanasini
Regia Augusto Fornari
Scene e costumi Francesco Musante
Luci Luciano Novelli

Foto: Marcello Orselli