Recensioni - Opera

Genova inaugura la stagione con Britten

Ben riuscito il Sogno di una Notte di mezza Estate del compositore Inglese

Un bosco fatato popolato da creature magiche. Un giovanissimo paggio che il Re delle fate Oberon vuole sottrarre alla Regina Tytania, che lo tiene con sé. Due coppie di giovani che vivono due storie sentimentali dagli esiti contrastanti. Sei imbranati ma volenterosi artigiani, che provano a mettere su una recita improntata sulla storia di Pyramus e Thisby, da presentare in occasione delle nozze di Hippolyta con Theseus. E poi c’è Puck, il folletto pasticcione.

Al Teatro Carlo Felice di Genova è “A Midsummer Night’s Dream” di Benjamin Britten, su libretto (in inglese) da lui curato insieme al compagno Peter Pears, ispirata all’omonima commedia di William Shakespeare, l’Opera che ha inaugurato, venerdì 13 ottobre, la stagione lirica genovese 2023/24.

Un nuovo allestimento, prodotto dalla Fondazione Teatro Carlo Felice in collaborazione con la Royal Opera House di Muscat (Oman). Regia di Laurence Dale, scene e costumi di Gary McCann, luci di John Bishop, coreografie di Carmine De Amicis. Maestro del Coro di voci bianche Gino Tanasini. Lo spettacolo, registrato da Rai Radio 3, è riuscito bene ed il pubblico (molti i giovani presenti), si è lasciato cullare dalle incantevoli melodie suonate da una Orchestra in vero stato di grazia, ben diretta dal Maestro Donato Renzetti.

Tre atti divisi da un intervallo, un discorso musicale che non conosce sosta, fluisce senza interruzioni, accompagnando le vicende raccontate, attraverso il canto, dagli elementi del cast.

“A Midsummer Night’s Dream” è un’Opera (buffa) recente, risale infatti al 1960 e segna un punto di svolta chiaramente percepibile, in termini di forma compositiva, rispetto ai grandi intramontabili titoli verdiani e pucciniani, da citare tanto per presentare un chiaro esempio.

Prima dell’inizio dello spettacolo, sul palco il Sovrintendente Claudio Orazi, il Presidente della Regione Liguria Giovanni Toti e il Sindaco di Genova Marco Bucci, che hanno salutato l’avvio ufficiale della stagione lirica seguito, sabato 14, da quello della stagione sinfonica. Invitato e presente l’ospite d’onore Umberto Fanni, direttore della Royal Opera House di Muscat.

Tra i diversi artisti, alcuni si sono distinti in maniera particolare.Innanzitutto il basso David Shipley, che ha impersonato l’artigiano tuttofare Nick Bottom, vittima del sortilegio di Puck che trasforma il suo viso in un’enorme testa d’asino (anche le braccia si muteranno e gli spunterà persino la coda). Shipley è un ottimo attore, ruba la scena ai “colleghi artigiani”e canta con veemenza.

Il bravissimo soprano Sidney Mancasola è Tytania, che mette in evidenza le proprie qualità vocali, in particolare la delicatezza che emerge in quello che va considerato tra i momenti musicali più belli dell’Opera e che accompagna l’istante in cui Tytania, stregata dall’incantesimo, si innamora perdutamente dell’asino Bottom e chiama a raccolta quattro fate perché lo servano.

Ben figura anche il soprano Keri Fuge (Helena), dalla voce calda e corposa. A completare il cast, tra i personaggi principali: Christopher Ainslie (Oberon), Peter Kirk (Lysander), John Chest (Demetrius), Hagar Sharvit (Hermia).

Assai prezioso il contributo offerto dal Coro delle voci bianche, necessarie più che mai per tingere di bellezza i frangenti dell’Opera in cui appaiono i folletti. La scenografia riproduce fedelmente un bosco pieno di alberi (carina la pavimentazione sul davanti del palcoscenico), con un cielo che muta di aspetto con lo scorrere delle ore e Puck (Matteo Anselmi), spesso sospeso in aria e abile nel fare capriole. Nel terzo atto spazio anche a luccicanti lampadari: si è nel palazzo, al cospetto di Theseus e Hippolyta prossimi alle nozze. Gli alberi restano sullo sfondo.

Il pubblico sogna ad occhi aperti proprio come accade, in scena, a Bottom, Lysander, Hermia, Helena e Demetrius. Un meraviglioso e fantastico sogno. Un sogno di una notte di mezza estate.

Pasquale Ruotolo