Salisburgo: cercasi Macbeth disperatamente

Alcune buone idee – che spesso rimangono inespresse – e tanti cliché: questo, in sintesi, emerge dall’allestimento del Macbeth immaginato da Krzysztof Warlikowski in scena al Festival di Salisburgo 2023.

Il regista polacco sceglie come tema principale quello della maternità negata della Lady – si assiste in diretta alla visita ginecologica che sancisce senza appello la tragedia –, evento capace di scatenare in lei e nel consorte una rivalsa verso il mondo che li porterà ad un’autodistruzione nel nome della ricerca di un dominio potere assoluto.

I bimbi non nati, con il volto indistinto di maschere neutre e l’ossessiva presenza di bambole – feticci d’infanzia – anche servite come pietanza, con guarnitura di broccoli, al banchetto d’incoronazione della coppia costituiscono il Leitmotiv della narrazione drammaturgica immaginata da Christian Longchamp.

Geniale l’ambientazione – le scene sono di Małgorzata Szczęśniak, che cura anche i costumi di taglio contemporaneo – rimandano direttamente alla sala del Jeu de Paume a Versailles, luogo simbolo della caduta nel 1789 dell’Ancien Régime e dunque – momentaneamente – dell’assolutismo monarchico.

Warlikowski mette sul piatto anche il tema dell’oracolo inteso come l’impossibilità di sfuggire ad un destino già scritto, ed ecco allora apparire nei video di Kamil Polak, e Denis Guéguin spezzoni dell’Edipo Re e del Vangelo secondo Matteo di Pasolini, oltre alla danza scomposta e tragica dei giovani nudi tratta dalle 120 giornate di Sodoma, unendo i destini di Macbeth a quelli di Edipo e di Maria: questo sì che sarebbe stato un bel tema da approfondire e invece resta un po’ campato in aria ma soprattutto imperdonabilmente inespresso.

Alla fine la coppia Macbeth-Lady non muore – il potere assoluto si rigenera – restando ad irridere la disperazione di Macduff e Malcom; e anche qui qualcosa ci sarebbe da obbiettare.

Luci abbaglianti e ombre cupe sul versante musicale.

Philippe Jordan, chiamato a sostituire il previsto Franz Welser-Möst, guida i Wiener Philharmoniker attraverso sentieri di crudezza scabra, scegliendo con grande acume di lavorare su un suono livido e privilegiando una parcellizzazione continua delle linee melodiche cui si accompagnano agogiche stringenti, il tutto a dare vita ad un racconto via via sempre più inquietante quando non volutamente disturbante: un capolavoro.

Pessimo, ma applauditissimo dal pubblico, il Macbeth del bielorusso Vladislav Sulimsky, buon attore ma completamente estrano al canto all’italiana, voce sbiancata, fissa e tutta di naso, adatta più alle parti di contorno che abbondano nelle opere russe che non a Verdi. Uno strazio.

Di contro Asmik Grigorian, corde vocali di vibranio, è Lady dalle mille sfaccettature, ricca di accenti e colori, intensa nella recitazione, sempre scenicamente credibile: una meraviglia che si rinnova durante tutto il corso dell’opera.

Jonathan Tetelman – bello come un modello e anche lui oggetto di entusiastiche manifestazioni di enusiasmo da parte dell’uditorio – è Macduff dallo squillo brillante ma sempre sopra le righe tanto che la “Paterna” mano sembra più un “Vesti la giubba” concessa come bis alla fine di un recital. Qualcuno, magari un Dramaturg di passaggio, dovrebbe spiegargli che il sire di Fife non è Canio.

Esangue e sottotono il Banco di Tareq Nazmi mentre è più che discreto Evan LeRoy Johnson nei panni di Macduff.

Brava Caterina Piva come Dama e bene fa anche Aleksei Kulagin, Medico con più voce di Banco.

A completare la compagnia di canto i puntuali Grisha Martirosyan (Servo di Macbeth), Hovhannes Karapetyan (Sicario/Araldo) e i Solisti del Sankt Florianer Sängerknaben (Apparizioni).

Un po’ sottotono, soprattutto nei primi due atti il Konzertvereinigung Wiener Staatsopernchor diretto da Jörn Hinnerk Andresen.

Del successo di pubblico si è già detto.

Alessandro Cammarano
(19 agosto 2023)

La locandina

Direttore Philippe Jordan
Regia Krzysztof Warlikowski
Scene e costumi Małgorzata Szczęśniak
Luci Felice Ross
Video Kamil Polak, Denis Guéguin
Coreografia Claude Bardouil
Dramaturgy Christian Longchamp
Personaggi e interpreti:
Macbeth Vladislav Sulimsky
Banco Tareq Nazmi
Lady Macbeth Asmik Grigorian
Dama di Lady Macbeth Caterina Piva
Macduff Jonathan Tetelman
Malcom Evan LeRoy Johnson
Medico Aleksei Kulagin
Servo di Macbeth Grisha Martirosyan
Sicario/Araldo Hovhannes Karapetyan
Apparizioni Solisti del Sankt Florianer Sängerknaben
Wiener Philharmoniker
Angelika Prokopp Sommerakademie der Wiener Philharmoniker
Konzertvereinigung Wiener Staatsopernchor 
Maestro del coro Jörn Hinnerk Andresen

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