Recensioni - Opera

Genova: moderno Don Pasquale al Carlo Felice

I giovani cantano col “cuore”

L’11 giugno ero a Genova e ho ascoltato i solisti dell’Accademia di Alto Perfezionamento dell’Opera Carlo Felice diretta da Francesco Meli.

Il lavoro fatto in questi mesi si è visto e sentito: sono stati curati oltre al canto, anche l’aspetto attoriale.

Inizio parlando dell’aspetto musicale dove il Maestro Francesco Ivan Ciampa, come sempre, ha supportato i cantanti aiutandoli nei passaggi difficili e ponendo l’orchestra al servizio del canto. Lui è uno degli ultimi direttori concertatori, degno allievo di Daniel Oren da cui ha appreso i due aspetti di quest’arte magica. L’ho osservato a lungo, il gesto preciso, la mano sinistra dedita ai cantanti e la destra al tempo dell’orchestra. Veramente una direzione da ricordare, con l ‘ orchestra dell’Opera Carlo Felice che ha risposto benissimo alle sollecitazioni del direttore.

Bravo come sempre il Coro del teatro Carlo Felice: anche se non ha una gran parte in quest’opera, ogni ingresso è stato molto curato e d’effetto. Complimenti ai coristi e al loro direttore il Maestro Claudio Marino Moretti.

Parlerò pochissimo della regia di Andrea Bernard, riportando il grido di uno spettatore: “Norina non era una bagascia “, ripetuto ben due volte, e i commenti di altri che gli davano ragione. Lo spiego: sta bene che Don Pasquale sia il proprietario di un Casinò…anzi, casino visto che volutamente l’accento sulla “o” mancava, ma Norina non era una ragazza da vetrina a pagamento, a luci rosse, tipo Amsterdam.

Poi che Ernesto paghi per vedere la sua bella danzare dietro alla vetrina, dopo che aveva appena finito di dire a Don Pasquale che Norina era si povera, ma onorata…mi sembra un pochino tirato per i capelli.

Detto questo le scene di Alberto Beltrame, i costumi di Elena Beccaro, le luci di Marco Alba e il Videomaker di Pierpaolo Moro erano ben fatti e molto efficaci i veloci cambi di scena a sipario aperto.

Detto questo per correttezza di cronaca, passo ai protagonisti, i giovani allievi e cantanti. Vi dirò che buone speranze ci sono, le voci erano ben curate e interessanti.

Cominciamo dal protagonista, Don Pasquale ottimamente interpretato da Davide Maria Sabatino. Sicuramente un giovane di talento, bellissimo timbro, bella voce e linea di canto, ottimo attore, veramente un nome da tenere ben in vista. Ha studiato canto e laureato al Conservatorio di Napoli sotto la guida di Alessandro De Simone. Ci ha regalato un personaggio veramente convincente sotto tutti gli aspetti.

Francesco Samuele Venuti era il Dottor Malatesta. Anche lui è stato all’altezza del compito pennellando un personaggio attorialmente d’ effetto e preciso vocalmente. Non per niente il momento magico dell’opera, dove gli applausi sono stati più sonori è stato il duetto del terzo atto a sipario chiuso…forse anche per quello…. tra Don Pasquale “Aspetta, aspetta cara sposina...” e Malatesta “Il poverino sogna vendetta “…

Silvia Caliò ha interpretato Norina/Sofronia. Questo soprano, allieva di Desirè Rancatore, ha sicuramente dimostrato carattere nel personaggio, buon timbro di voce, forse qualche acuto un pò gridato e non tenuto benissimo. Alla fine era così emozionata che nell’entrare sul palco per ricevere i giusti applausi è scoppiata in un ininterrotto pianto tanto era la carica emotiva che aveva provato durante la recita.

Ho lasciato per ultimo l’interprete di Ernestro, il tenore Marco Ciaponi non perché fosse il meno bravo, ma perché lui è giovane ma cantante già affermato ed in carriera, chiamato a fare da “padre e da guida” sul palcoscenico ai giovani debuttanti colleghi.

Ha cantato come sa, con linea e voce leggera e bellissima che lo contraddistingue.

Molto applaudite le sue arie solistiche, bravissimo come attore e come cantante, è sempre una gioia per il core e per le orecchie ascoltarlo.

Grande successo per tutti, con qualche dissenso verso la regia.