Firenze, Teatro del Maggio Musicale Fiorentino: “Roméo et Juliette”

Firenze, Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, 84° Festival del Maggio Musicale Fiorentino 2022
“ROMÉO ET JULIETTE”
Opera in cinque atti su libretto di Jules Barbier e Michel Carrè, da Shakespeare.
Musica Charles Gounod
Roméo JUAN DIEGO FLÒREZ
Juliette VALENTINA NAFORNITA
Frère Laurent EVGENY STAVINSKY
Stéphano MARIA BAKAROVA
Mercutio ALESSIO ARDUINI
Tybalt GIORGIO MISSERI
Capulet FRANCESCO MILANESE
Gertrude XENIA TZIUOVARAS
Pâris ANDRÉ COURNVILLE
Le Duc de Vérone ADRIANO GRAMIGNI
Grégorio EDUARDO MARTÍNEZ FLORES
Benvolio LULAMA TAIFASI
Coro e Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino
Direttore Henrik Nánási
Maestro del Coro Lorenzo Fratini
Regia Frederic Wake-Walker
Scene Polina Niefers
Costumi Julia Katharina Berndt
Luci Peter Mumford
Video Ergo Phizmiz
Coreografia Anna Olkhovaya
Nuovo allestimento
Firenze, 10 maggio 2022
Questa 84esima edizione del Festival del Maggio Musicale ha nel “Roméo et Juliette” di Charles Gounod, la stella di punta, con la presenza di  Juan Diego Flòrez. Si può dire, senza  alcun margine di dubbio, che l’opera entra nel clou non appena il tenore peruviano cesella un “Ah, lève -toi soleil”con acuti svettanti. Fraseggio delicato supportato da una tecnica granitica che gli consente ancora oggi, dopo quasi 30 anni di carriera, di avere un’emissione perfetta in ogni registro. Accanto a un Roméo di tale levatura purtroppo non corrisponde, almeno in questa serata, una Juliette  adeguata. Valentina Nafornita, soprano Moldavo presente in molte produzioni internazionali. La Nafornita ha sicuramente le phisique du rôle per interpretare il ruolo della giovane Juliette, ma le manca la giusta consistenza vocale e la drammaticità necessaria per  arrivare a sostenere  con il pathos che necessita una pagina come “Amour, ranime mon courage”, la cosiddetta “air du poison” (atto quarto). Tutta la prova vocale e anche scenica del soprano è stata contrassegnata da una povertà di colori da una  monotonia espressiva. Prova positiva per tutti gli altri protaonisti: di particolare  spicco, la brillante e sicura vocalità di Giorgio Misseri, un Tybalt convincente anche sul piano interpretativo. Successo personale anche per lo Stéphano vocalmente e scenicamente completo del mezzosoprano di Maria Bakarova.  Degna di spicco anche la solida vocalità di Evgeny Stavinsky (Frère Laurent) e di Xenia Tziuovaras (Gertrude). Apprezzabile anche il resto del cast: Alessio Arduini (Mercutio), André Courniville (Pâris), Adriano Gramigni (Le Duc de Vérone), Eduardo Martinez Flores (Grégorio), Lulama Taifasi (Benvolio).La parte visiva dello spettacolo porta la firma registiica di Frederic  Wake-Walker che si inserisce in  una concezione che sembra voler seguire una “moda” ricorrente in molti spettacoli: una concezione con una marcata  tendenza al cupo (inesisteni in tal senso le luci di Peter Mumford), con proiezioni alquanto concettuali (una luna piena che poi si trasforma in un occhio), costumi pseudo-rinascimentali, ma di dubbio gusto e tutta una serie di coreografie e scheletri onnipresenti che hanno l’unico scopo di portare un senso di fastidio allo spettatore. Fortunatamente ci salva la musica di Gounod pienamente valorizzata dalla concertazione di Henrik Nánási che valorizza la partitura con piglio e ricchezza di colori, in questo pienamente assecondato dai sempre eccellenti complessi orchestali e corali del Maggio (veramente magistrale la prova del Coro, preparato dal Lorenzo Fratini). Si esce da teatro con po’ di amaro in bocca…purtroppo!