Macerata Opera Festival 2020: “Don Giovanni”

Macerata, Arena Sferisterio, Stagione 2020
” DON GIOVANNI”
Dramma giocoso in due atti, libretto di Lorenzo Da Ponte.
Musica di Wolfgang Amadeus Mozart
Don Giovanni MATTIA OLIVIERI
Donna Anna KAREN GARDEAZABAL
Don Ottavio GIOVANNI SALA
Commendatore ANTONIO DI MATTEO
Donna Elvira VALENTINA MASTRANGELO
Leporello TOMMASO BAREA
Masetto DAVIDE GIANGREGORIO
Zerlina LAVINIA BINI
Orchestra Filarmonica Marchigiana
Coro Lirico Marchigiano “Vincenzo Bellini”
Direttore Francesco Lanzillotta
Maestro del coro Martino Faggiani
Maestro al fortepiano Claudia Foresi
Regia e scene Davide Livermore
Luci Antonio Castro
Videomaker D-Wok
Coproduzione dell’Associazione Arena Sferisterio con il Fetival Les Chorégies d’Orange
Macerata 26 luglio 2020
” Bianco coraggio” due parole che descrivevano un anno fa il tema della 56 stagione dello Sferisterio di Macerata e che lette oggi risultano così profetiche e attuali. Proprio armati di quel coraggio, la direzione del fesival ha deciso di confermare il cartellone, seppur con qualche variazione: dai previsti tre titoli, si sono ridotti a due, di cui uno in  forma di concerto. Va quindi lodato lo sforzo,  dopo i mesi di isolamento della pandemia, il  tornare all’arte, all’opera, alla vita.
S
i riparte  con il “Don Giovanni”, il capolavoro della coppia Mozart-Da Ponte, in un nuovissimo allestimento con la regia di Davide Livermore e la direzione di Francesco Lanzillotta. Uno spettacolo costruito attentamente sulle norme di distanziamento  sul palcoscenico e in orchestra, evitando contatti fisici (se non in rari  casi) e in assenza di scenografie. Davide Livermore ha ripensato lo spettacolo, nato per il festival d’Orange, giocando su tutto lo spazio dell’arena, utilizzando proiezioni bi o tridimensionali realizzate con sapienza dal gruppo D-Wok e con un altrettanto efficace gioco di luci di Antonio Castro. Il palazzo rinascimentale disegnato sul muro cambia decori ed illuminazione a secondo dello scorrere della vicenda, in scena convive il classico e il moderno senza esaperazioni. Nelle mani di Livermore il  Don Giovanni diventa quasi una tragedia cupa, una lenta discesa all’inferno con elementi noir, a cominciare dal duello iniziale con il Commendatore, nel quale anche il protagonista è ferito a  morte, facendo così partire l’azione in flashback fino all’uccisione finale. Il Commendatore, Don Giovanni e Leporello indossano abiti contemporanei, mentre gli altri protagonisti sfoggiano costumi che rimandano al XVIII secolo. La narrazione si dipana quindi tra moderno e “classico” (un taxi giallo, ma anche suv o una carrozza), richiami torbidamente erotici (in particolare nella scena della cena che precede il finale dell’opera), senza perdere di vista la costruzione drammaturgica che si conclude nel ripresentare il corpo di Don Giovanni ucciso dal Commendatore nella prima scena dell’opera.  Francesco Lanzillotta ha diretto con mano sicura l’Orchestra Filarmonica Marchigiana che  ha reso giustizia alla partitura. Il direttore sceglie i giusti colori orchestrale, le giuste dinamiche, prediligendo tempi serrati, adatti alla vicenda, senza tralasciare gli aspetti più squisitamente lirici, con un giusto equilibrio tra i vari settori strumentali. Precisi gli interventi del Coro Lirico Marchigiano Vincenzo BelliniLa sorpresa dello spettacolo è stata il cast, di ottimo livello.
Spicca il b
aritono Mattia Olivieri nei panni del protagonista, bella voce corposa, efficace nel fraseggio,  capace di cogliere le ansie seduttive e interiori del protagonista. In tal senso abbiamo apprezzato l’energia dionisiaca del ” Fin c’han dal vino” e le dolcezze seduttive del ” Deh vieni alla finestra”. Gli tiene abilmente testa il  Leporello di Tommaso Barea voce e presenza scenica brillante,  senza caricaturismi, come conferma l’aria del catalogo, cantata con fraseggio arguto. Karen Gardeazabal ha delineato una convincente Donna Anna. Una voce limpida unita a giusti accenti e una linea di canto che rende in modo adeguato l’animo dolente del personaggio. Ben risolta la tutt’altro che facile aria “Non mi dir” del secondo atto. Giovanni Sala ci offre un Don Ottavio “di lusso”, sempre elegante, con  voce ben dosata e sicura. Lo si apprezza paricolarmente nell’aria ” Dalla sua pace ” nel primo atto, affrontata con belle mezzevoci e delicatamente variata nella ripresa. Di forte impatto la robusta voce di  Antonio Di Matteo  (Il Commendatore) che affronta con sicurezza il finale dell’opera. Valentina Mastrangelo, al suo debutto  come Donna Elvira, si conferma come uno dei soprani più interessanti nel panorama attuale. Una voce avvolgente, unita a una linea di canto ben gestita in grado di superare agevolmente l’impegnativa tessitura del personaggio, il tutto accompagnato da un’altrettanto  efficace presenza scenica. Il Masetto di Davide Giangregorio e la Zerlina di Lavinia Bini brillano per freschezza vocale e scenica, perfettamente in linea con i rispettivi personaggi.  Calorosi applausi per tutto il cast a fine recita, in uno Sferisterio ridotto di posti, ma che sta raccogliendo una bella serie di “sold out”.Foto Tabocchini-Zanconi