Londra: Billy Budd must see

Dopo i successi raccolti a Roma e a Madrid e  i premi come Best DVD ai BBCMusic award 2019 e il XXXVIII PremioAbbiati come migliore regia del 2018, la nave da guerra Indomitable è approdata a Londra e non poteva che essere una ennesima battaglia vinta.

La fortunata coproduzione internazionale della regista inglese Deborah Warner, con un cast praticamente identico nelle tre diverse città, ha riportato Billy Budd al Covent Garden, lì dove aveva ricevuto la sua première nel 1951 con la direzione dello stesso Benjamin Britten.

Con Billy Budd, Britten non racconta soltanto una infelice storia di marinai costretti a vivere su una nave da guerra del XVIII secolo – in realtà i costumi di Chloé Obolensky pospongono l’azione in avanti di un paio di secoli –, ma si serve del racconto di Herman Melville per esplorare temi a lui cari come l’isolamento umano, il complesso e confuso confine tra bene e male e la proibita pulsione omoerotica.

Deborah Warner, con le scene di Michael Levine e le luci di Jean Kalman, allestisce una produzione elegantemente lineare.

Il lato visivo dello spettacolo è soddisfatto da un palcoscenico trasformato nel ponte di una nave ordinatamente piena di uomini, funi e vele ed arricchito dall’utilizzo di piattaforme di legno che salgono e scendono per separare gli alloggi degli ufficiali dai comuni marinai sottocoperta.

Tuttavia, non è la riproduzione storica quello che interessa alla regista, ma la rappresentazione dello stato d’animo dei protagonisti che veicolano sentimenti universali. Il palcoscenico è spesso vuoto, i colori sono monocromatici e spesso le luci delineano da sole gli spazi.

La Warner decide di non premere sull’acceleratore della pulsione omoerotica che è indubbiamente presente nel triangolo tra il Capitano Vere, il malvagio John Claggart e il buon Billy Budd, ma preferisce puntare sull’affetto e la tenerezza che si instaura tra Billy e i suoi compagni di viaggio.

Questo è evidente nei semplici ed affettuosi gesti che si scambiano tra di loro i personaggi nei momenti più intensi dell’opera. Il baritono sudafricano Jacques Imbrailo, è totalmente immedesimato nei panni del protagonista, ne possiede il physique du rôle, l’agilità in scena e il peso vocale per delineare un Billy Budd straordinario per intensità drammatica, sensibilità e interpretazione musicale.

In questa opera, che per certi versi si avvicina ad una parabola cristiana ma che per altri la trascende, il male non manca ed è magistralmente rappresentato dall’ossessione di Claggart nei confronti di Billy, dal suo doppiogiochismo e dalla determinazione ad annientare il protagonista da parte del basso britannico Brindley Sherrat che domina la scena con voce possente.

Un buon psicoanalista potrebbe lavorare per anni con Claggart e delineare le cause represse di tale odio.

Il tenore Toby Spence interpreta un capitano Vere con voce meno vigorosa ma dolce ed efficace nel defnire la simpatia per il protagonista. La sua autorità vacilla nella scena della condanna del ragazzo e anch’esso, sebbene per motivi diversi da quelli di Claggart, finisce per uccidere l’amato Billy Budd.

Tutti i personaggi minori sono splendidamente ritratti e vocalmente efficaci.

La realizzazione musicale dell’Orchestra della Royal Opera House è pienamente lirica. Il direttore Ivor Bolton adotta tempi particolarmente lenti alternando repentini cambi di umore e di atmosfere che prorompono travolgenti nelle parti d’insieme, come ad esempio nella battaglia con la nave francese.

Potentissimo il Coro, adeguatamente rafforzato per l’occasione, integrato da 30 mimi  non cantanti e magistralmente coreografato da Kim Brandstrup.

Spettacolo da non perdere.

Thomas Gobbetti
(23 aprile 2019)

La locandina

Direttore Ivor Bolton
Regia Deborah Warner
Scene Michael Levine
Costumi Chloé Obolensky
Lighting designer Jean Kalman
Coreografie Kim Brandstrup
Personaggi e Interpreti
Billy Budd Jacques Imbrailo
Captain Edward Fairfax Vere Toby Spence
John Claggart Brindley Sherratt
Mr Flint David Soar
Mr Redburn Thomas Oliemans
Lieutenant Ratcliffe Peter Kellner
Dansker Clive Bayley
Bosun Alan Ewing
Donald Duncan Rock
Maintop Konu Kim
Novice Sam Furness
Novice’s Friend Dominic Sedgwick
Squeak Alasdair Elliott
Red Whiskers Christopher Gillett
First Mate Ross Ramgobin
Second Mate Simon Wilding
Arthur Jones Thomas Barnard
Royal Opera Chorus
Orchestra of the Royal Opera House
Maestro del Coro William Spaulding

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