Rouen: la modernità di Carmen 1875

Non chiamatela “Operazione Nostalgia” o peggio “Missione ripristino della regia tradizionale”, perché la Carmen in scena all’Opéra di Rouen è tutt’altro, con buona pace delle sacerdotesse del “come dice il libretto” e i sicofanti del “Povero Bizet”.

In questo allestimento storico, realizzato in coproduzione dall’Opéra Rouen Normandia, Château de Versailles Spectacles , il Palazzetto Bru Zane Opéra Royal oltre Palazzetto Bru Zane – Centre de musique romantique française, al quale si deve il lavoro di cesello sull’edizione Choudens-Giraud oltre alla ricerca certosina delle fonti iconografiche e drammaturgiche – non si fa “museo” ma ricerca.

A partire dal livret de mise en scène originale e che fu alla base della Prima del 1875 all’Opéra Comique – per inciso tutt’altro che un insuccesso viste le trentacinque repliche, nonostante i detrattori che seppellirono Bizet di critiche tanto sciocche quanto ingiuste- si è cercato di riportare sul palcoscenico non una copia pedissequa, ma le sensazioni che il pubblico di allora poté provare.

Ecco dunque le scene di tela dipinta per le quali Antoine Fontaine ha tratto ispirazione dalle fotografie delle rappresentazioni a cavallo tra la fine del Diciannovesimo secolo e il primo decennio del Ventesimo; il tutto a ricreare una Siviglia astrattamente reale, calligrafica nel senso alto del termine, affabulante e capace di evocare e stupire.

Christian Lacroix realizza dei costumi nei quali l’amore per l’esotismo dell’epoca si sposa con la suo eclettismo estetico, dimostrando che si può ricreare senza ricopiare.

Hervé Gary reinventa con intelligenza un disegno di luci necessariamente lontano dall’ originale quando la scena era illuminata a gas e con palcoscenico sarebbe sembrato buio allo spettatore moderno.

La coreografia, assai riuscita e basata sulle danze popolari spagnole dell’Ottocento, è affidata a Vincent Chaillet,

La regia di Romain Gilbert si basa anch’essa sul livret, in cui sono indicati i movimenti e le posizioni delle masse e dei cantanti, ma non solo, in quanto … ci mette del suo – il teatro per fortuna è materia viva e mobile – mettendo in scena la forza distruttiva dell’amore di Carmen e José, restituendo al contempo peso alle parti di contorno a partire dalla coppia Dancaïre-Rememdado che scopriamo essere più “buffi” che mezzi caratteri.

Per quanto attiene al versante musicale non ci si può che ritenere più che soddisfatti.

La scelta di eseguire pressoché integralmente la versione con i recitativi cantati composti da Giraud – che poi è quella che permise a Carmen di essere rappresentata con grande successo nei teatri d’opera europei ed americani praticamente subito dopo la prima parigina – è vincente anche se i puristi potrebbero storcere il naso.

Ben Glassberg, direttore stabile dell’Opéra di Rouen, è meravigliosamente asciutta nelle dinamiche e le scelte agogiche sono lontane dall’”alta pasticceria” di un certo malinteso romanticismo che secondo più di qiualcuno farebbe “tanto Carmen”, il tutto in un rapporto intenso tra buca – l’Orchestra è impeccabile – e palcoscenico.

La Carmen di Deepa Johnny è realmente sensuale, stregonesca e appassionata, il tutto in un fraseggio magnetico.

Stanislas de Barbeyrac, giunto a sostituire Thomas Atkins, dà voce e corpo ad un José violento e fragile. Qualche imprecisione in acuto non pregiudica una prova complessivamente buona.

Magnifica  Iulia Maria Dan, capace di tratteggiare la sua Micaëla su una linea di canto duttile e meditata.

Bene anche Nicolas Courjal, Escamillo elegantemente smargiasso e ben attento a non debordare nei couplet d’entrata.

Menzione d’onore per Yoann Dubruque ,Morales,al quale viene restituita provvidenzialmente la pantomima del primo atto, che si disimpegna con voce di bel timbro e ottima presenza scenica.

Bravi davvero tutti gli altri: Faustine de Monès (Frasquita), Floriane Hasler (Mercedes), Nicolas Brooymans (Zuniga), con un plauso particolarmente intenso a Thomas Morris (Le Remendado) e Florent Karrer (Le Dancaïre), e con loro i sempre partecipi danzatori, mimi e figuranti.

Smaglianti il Chœur accentus / Opéra de Rouen Normandie diretto da Christophe Grapperon e le voci bianche della Maîtrise du Conservatoire à rayonnement régional de Rouen preparate da Pascal Hellot.

Successo al calor bianco, tributato da un pubblico nel quale spiccavano tanti giovani e giovanissimi.

Alessandro Cammarano
(26 settembre 2023)

La locandina

Direttore Ben Glassberg
Regia Romain Gilbert
Scenografia Antoine Fontaine
Costumi hristian Lacroix
Luci Hervé Gary
Coreografia Vincent Chaillet
Personaggi e interpreti:
Carmen  Deepa Johnny
Don José Stanislas de Barbeyrac
Micaela Iulia Maria Dan
Escamillo Nicolas Courjal
Frasquita Faustine de Monès
Mercedes Floriane Hasler
Le Remendado Thomas Morris
Le Dancaïre Florent Karrer
Zuniga Nicolas Brooymans
Morales Yoann Dubruque
Orchestre de l’Opéra de Rouen Normandie
Chœur accentus / Opéra de Rouen Normandie
Maîtrise du Conservatoire à rayonnement régional de Rouen
Maestro del coro Christophe Grapperon

0 0 voti
Vota l'articolo
Iscriviti
Notificami

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

0 Commenti
Inline Feedbacks
Vedi tutti i commenti