Recensioni - Opera

Falstaff all’Opera di Nizza: una farsa nella farsa

Buone prestazioni per De Candia e Stoyanov

Della prima recita di Falstaff al Teatro dell’ Opera di Nizza parlo dopo. Ora mi preme iniziare la recensione raccontando quanto è successo alla seconda recita...dove la fantasia supera di gran lunga la realtà.  Infatti tra la prima e la seconda recita si sono ammalati i due interpreti maschili principali, Roberto De Candia che interpretava Falstaff e Vladimir Stoyanov che cantava nel ruolo di Ford.

La direzione del teatro è stata bravissima perché ha trovato il sostituto di Falstaff il giorno prima, mentre il sostituto di Ford nella stessa mattinata essendo Stoyanov stato male nella notte antecedente la seconda recita. Invece che mettere in scena l’opera in forma concertante o semiscenica, visto che comunque i sostituti non avevano avuto il tempo per provare, ha voluto che i baritoni ammalati fossero sul palcoscenico interpretando il personaggio, aprendo la bocca mentre i sostituti cantavano al posto loro, leggendo lo spartito su un lato del palcoscenico in modo da poter vedere il gesto del direttore d’orchestra. L’opera in playback... non mi era mai successo in 53 anni di frequentazione dei teatri lirici.

Non entro nel merito della prestazione dei sostituti che hanno fatto quello che potevano, non avendo potuto fare neanche una prova musicale, ma io dico: se un cantante sta male lo metti in scena a fare la parte, correre e sudare mentre canta un altro al posto suo? Se un cantante può stare sul palcoscenico allora canta… Il pubblico era basito di questa scelta… ha applaudito i sostituti, che erano Federico Longhi come Falstaff e Massimo Cavalletti come Ford, ha espresso molto disappunto verso la regia e la direzione del teatro, buando e fischiando.

Dopo questa doverosa premessa, parlerò della prima recita avvenuta il 31 marzo.

È la seconda volta che vengo a Nizza per una produzione di opera, la prima volta Lucia di Lammermoor era stata magnifica, non altrettanto dicasi di questo Falstaff.

"Tutto nel mondo è burla" è il finale dell'opera...ma con questa frase Verdi non intendeva che la vita è tutta una burla o un burlesque, ma che alla fine siamo tutti gabbati perché la morte non risparmia nessuno e quindi dobbiamo sì dare il meglio, ma senza prenderci troppo sul serio. La vita è anche leggerezza, è il non voler invecchiare ma sentirci giovani, galanti, belli, irresistibili a tutte le età.

Falstaff è il testamento spirituale di Verdi, il suo modo di concepire ogni stagione della vita. Falstaff è un opera in cui un velo di tristezza per l'invecchiare copre il protagonista e di concerto, il compositore. Perché sottolineo questo. Perché se anche la regia, che ha trasportato la vicenda ai giorni nostri poteva stare in piedi nella prima parte senza disturbare e senza nulla da ridire, nella scena della foresta di Herne è stata troppo fuori dagli schemi, quasi volgare, burlesque.. e una parte del pubblico alla fine ha espresso il suo malumore contestandola e buandola sonoramente.

Le scene, moderne, erano così costruite: la casa di Falstaff in un quartiere cittadino degradato, quella di Ford in un quartiere residenziale fuori città circondata dal bosco, con piscina. I cambi scenici sono stati eseguiti a sipario chiuso con proiezioni del passaggio da un ambiente all'altro ora attraversando tunnel e autostrade oltre che il bosco, ora con vista dall'alto quando Falstaff deve andare da Alice quasi come se avesse preso un elicottero per spostarsi...

Una trovata registica piacevole riguarda Ford: lui va in giro che sembra un bancomat...plichi di banconote in tasca... Paga Pistola e Bardolfo che lo avvertono delle intenzioni di Falstaff, dopo che Alice gli molla uno schiaffo perché deve smetterla di essere geloso, tira fuori dalla tasca un altro plico di soldi e consegna alla moglie. Questo sottolinea che tutto gira per denaro e che tutto si sistema col denaro nella società moderna.

I costumi erano attuali moderni. Ford giacca camicia e cravatta da bravo dirigente, Falstaff da bullo di periferia come Bardolfo e Pistoia, il dottore giacca camicia e cravatta e ....le donne molto appariscenti… scollatissime, forse per catturare l’attenzione dello spettatore distogliendolo dall’ascolto della musica.

Interessante il finale dove sulle ultime note tutti escono festanti e Falstaff si siede sul divano e muore da solo (ma Falstaff non solo non muore nell'opera ma è una creazione immortale di Shakespeare e Verdi , ha qualche malanno ma alla fine va a cena con gli altri, questo dice il libretto e l’opera, ma non a Nizza) Comunque tutti noi nasciamo e muoriamo da soli, anche se siamo circondati da persone care. Sono due passaggi che compiamo in..solitaria...

Ma veniamo alla musica, che è ciò che conta in una produzione. Il direttore Daniele Callegari è una sicurezza di fedeltà allo spartito, senza sbavature né invenzioni musicali Infatti sotto la sua direzione, il suo gesto preciso ed inequivocabile, l'orchestra ha dato il meglio di sé e i cantanti non sono mai stati coperti. Alla fine ha ricevuto meritatissimi applausi.

Una vera ovazione ha accolto i due baritoni, Roberto De Candia che interpretava il ruolo del titolo e Vladimir Stoyanov che interpretava Ford. Infatti i momenti migliori dell'opera sono stati l'aria di Ford interpretata magistralmente dal baritono bulgaro, i monologhi di Falstaff e la scena del duetto Falstaff- Ford.

Bravi vocalmente e scenicamente anche Thomas Morris , Vincent Ordonneau e Patrick Bolleire che hanno interpretato il dottor Caius, Bardolfo e Pistola. Anche i due giovani innamorati, soprattutto nelle rispettive arie: Nannetta ben cantata da Rocio Perez e il Fenton del tenore Davide Giusti.

Quando un cantante entra sul palcoscenico dà tutta la birra che ha....e qualche volta non ne è rimasta molta, forse anche perché gran parte della compagnia accusava qualche malanno di stagione… Per i due mezzosoprano la parte non era forse troppo adatta alle loro corde. Sia Quickly di Kamelia Kader e Meg di Marina Ogii, nella prima recita hanno ricevuto tiepidi applausi, nella seconda qualche fischio…meritato.

Anche il soprano Alexandra Marcellier che faceva Alice non è stata certamente emozionante e perfetta nella parte. Bravo il coro dell’ Opera Nice Cote d’ Azur e l’Orchestra Philarmonica de Nice. La prima recita è giunta alla fine senza grandi intoppi e tirando le somme, è stata comunque una abbastanza piacevole serata di musica.

Sulla seconda stendo un velo pietoso sperando che cose simili non accadano mai più, visto che lo spettacolo si può salvare in altri modi, accontentando il pubblico , salvando l’incasso senza sottoporre a fatiche inutili i cantanti malati che , dovendo stare sul palcoscenico rischiano di contagiare i colleghi e di peggiorare e rallentare la loro guarigione.

Ma Verdi è sempre Verdi e la sua musica è sempre una gioia se la si ascolta col cuore.