L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

Cronaca di uno scandalo

di Antonino Trotta

Al Piccolo Regio Powder Her Face diThomas Adès si fa apprezzare per la bella regia di Paolo Vettori e l’ottimo quartetto di protagonisti.

Torino, 12 marzo 2023 – Cinquantasei anni di scandali in poco più di due ore di musica: Powder Her Face (1995), prima opere composta da Thomas Adès su libretto di Philip Hensher, disegna con un tratto marcato e ruvido la parabola sociale ed economica di Margaret Campbell che la cronaca rosa britannica, negli anni Sessanta, ha consegnato alla storia per quel libertinismo a tratti sfacciato e quell’insofferenza alle regole dell’alta società dell’epoca che hanno indubbiamente caratterizzato il vissuto della Duchessa d’Argyll. Utilizzando una scrittura musicale che attinge a fonti piuttosto variegate e uno stile linguistico a tratti graffiante e caustico, Adès e Hensher portano così in scena una storia di drammatica decadenza popolata per lo più da personaggi insulsi e anonimi chiamati a incarnare il perbenismo borghese che la Duchessa ostinatamente sfida.

Ambientata in una camera, immaginata e magnificamente realizzata dalla scenografa Claudia Boasso, dove oggetti di varia natura sono sparsi qui e là quasi fossero brandelli di vita, la regia confezionata da Paolo Vettori e molto ben illuminata da Gianni Bertoli si muove con assoluta disinvoltura tra i repentini salti temporali che frastagliano la vicenda, dimostrando poi una notevole sensibilità e un’ottima tecnica nel trattare un testo a tratti pericolosamente sdrucciolevole. Si assiste così a uno spettacolo, tutto articolato secondo registri emotivi e visivi – c’è spazio per l’ironia spicciola, la tragicità urticante, la dimensione onirica, l’erotismo in punta di fioretto – di grande impatto, che, senza fare sconti alla storia e senza approfittare della storia stessa per prendere forma, riesce a destare quella sensazione di asfissiante malessere che la Duchessa è chiamata a vivere.

Alla guida dei complessi – a ranghi ridotti – del Teatro Regio di Torino, il giovanissimo Riccardo Bisatti si muove nell’intricata trama musicale con pulizia e buona teatralità, garantendo una concertazione efficace che però lascia qui e là nella partitura la sensazione di un potenziale inespresso.

Il cast è molto ben assortito e in definitiva decisamente convincente. Irina Bogdanova, già Sacertotessa nell’Aida, sa vestire e svestire i panni della Contessa con pari classe vocale e attoriale; Amélie Hois (La cameriera, L’amica, La cameriera che prepara il ricevimento, L’amante del Duca, La ficcanaso, La giornalista di cronaca rosa) infioretta acuti e sopracuti limpidi e cristallini; Thomas Cilluffo (L’elettricista, Il gigolò, Il cameriere, Il ficcanaso, Il fattorino) si fa apprezzare per il porgere fragrante e la buona emissione; Lorenzo Mazzucchelli (Il direttore dell’hotel, Il Duca, L’addetto alla lavanderia, Un ospite dell’hotel, Il giudice), infine, s’impone per voce e presenza statuaria. Merita una menzione speciale anche Marco Caudera, il bravissimo mimo che nel corso dell’opera fa da eco visiva ai pensieri della sventurata Margaret.

Spettacolo davvero ben riuscito e caldamente applaudito da un pubblico numeroso.


 

 

 
 
 

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