Palermo: Kaiserrequiem, operazione riuscita

Il Teatro Massimo di Palermo inaugura la stagione 2022-2023 con una nuovissima, quanto rischiosa, produzione che certamente lascerà strascichi senza mezze misure. Estremo entusiasmo da un lato, ma anche estrema critica, soprattutto da quelle fazioni integraliste di pubblico che sono poco avvezze agli sperimentalismi quando si tratta di mettere le mani su capolavori come il Requiem di Mozart, spalmandolo all’interno di un’opera moderna, bellissima già di per sé, ma con forti reminiscenze schönberghiane e weilliane come il Kaiser von Atlantis di Viktor Ullmann.

Apparentemente due composizioni lontanissime nel tempo e nello stile ma che nell’idea del direttore musicale Omer Meir Wellber, folgorato da una visionaria consustanzialità dei due capolavori, trovano perfetta integrazione in questo Kaiserrequiem andato in scena martedì 8 novembre davanti ad una platea pienissima e curiosa.

Der Kaiser von Atlantis è una breve opera in un atto (dura poco meno di un’ora) composta da Ullmann su testo di Peter Kien tra il 1943 e il 1944.  Entrambi internati nel campo di Theresienstadt, collaborarono al progetto con l’intento sia di ravvivare l’intensa attività culturale del ghetto, sia di coinvolgere il maggior numero di persone con lo scopo di alleviarne, per quanto più tempo possibile, le sofferenze della vita da deportati. La trama, cinica e surreale, ruota attorno all’improvviso rifiuto della Morte di continuare ad assolvere al suo ruolo e alla crisi del Kaiser (Overhall) che, di conseguenza, vede perdere il suo potere sugli uomini. Il finale, per certi versi salvifico, si risolve con il patto tra la Morte, che torna ad adempiere al suo dovere naturale, e lo stesso Kaiser che accetta di sacrificare la propria vita in nome del ripristino dell’ordine. L’opera non fu mai eseguita: i nazisti individuarono nella figura del Kaiser le fattezze del loro regime totalitario e dissennato e dopo le prime prove generali lo spettacolo fu interrotto di fatto condannando a morte tutta compagnia che fu trasferita al campo di sterminio di Auschwitz.

Il progetto creativo, ideato da Wellber, prevede l’inserimento delle sezioni del Requiem di Mozart in alcuni momenti salienti del Kaiser attraverso piccoli slittamenti armonici e lievi modifiche alla partitura che consentono il transito del flusso armonico da una composizione all’altra con assoluta disinvoltura e omogeneità. La drammaturgia di Ullmann non viene stravolta, anzi il capolavoro mozartiano risulta perfettamente integrato sia nell’atmosfera che nella profonda essenza significativa della trama, creando un inaspettato tutt’uno; operazione ardua, ma che implica un’apertura del pubblico al cambiamento dei codici di comunicazione creativi.

Alla direzione musicale di Wellber si affianca, secondo una comunità d’intenti, il lavoro del regista Marco Gandini, sensibile all’idea di una messa in scena innovativa, limpida, scevra da ogni pregiudizievole sospetto splatter o aspettative da horror-show.

L’allestimento di Gandini, supportato da un team creativo formato da Gabriele Moreschi per le scenografie, Johann Stegmeir per i costumi, Marco Berriel e Jean-Sébastian Colau per le coreografie, Francesco Vignati, Virgilio Levrio e Filippo Scortichini per la progettazione delle luci, il video maker e gli effetti speciali, prevede uno spettacolo a tutto tondo, in un vorticoso susseguirsi di effetti spettacolari di luci laser, proiezioni efficaci e suggestive, episodi coreutici corali e solistici, che si mescolano, si stratificano, si diradano attraverso transizioni studiate alla perfezione che rendono lo spettacolo fascinoso e a tratti simile ad un intenso videoclip moderno.

La scelta delle voci ha dovuto tener conto delle diverse fisionomie vocali necessarie per affrontare contemporaneamente due repertori tanto lontani, ma il risultato è stato apprezzabile. A dar voce alla Morte è il timbro caldo e preciso del basso Grigory Shkarupa, che canta anche la parte del basso nelle sezioni del Requiem; voce poliedrica che riesce ad affrontare bene entrambe le partiture senza tuttavia eccellere. Al baritono austriaco Markus Werba è affidato il ruolo del Kaiser, che convince, per le sue qualità vocali e interpretative, soprattutto nell’emozionante aria finale intramezzata dal Recordare e conclusa dal Lacrimosa, uno dei momenti più intensi ed emozionanti dell’intera rappresentazione. Il cast è completato da Karl Huml (Der Lautsprecher), Antonio Gares (Ein Soldat), Cameron Becker (Harlekin/Tenore Requiem), Lavinia Bini (Bubikopf/Soprano Requiem), Julia Rutigliano (Der Trommler/Mezzosoprano Requiem) che nel complesso hanno dato il meglio nei ruoli di Kaiser von Atlantis convincendo ma senza quel particolare entusiasmo che invece ha suscitato la direzione musicale di Wellber a cui è stato tributato un particolare plauso.

Giuseppe Migliore
(8 novembre 2022)

La locandina

Direttore Omer Meir Wellber
Regia Marco Gandini
Scene Gabriele Moreschi
Costumi Johann Stegmeir
Light designer Francesco Vignati
Video maker Virginio Levrio
Effetti speciali Filippo Scortichini
Coreografia Marco Berriel
Coreografia Tuba Mirum Jean-Sébastien Colau
Assistente direttore musicale Tohar Gill
Assistente alla regia Jesús Noguera
Assistente scene e video Ludovico Gandellini
Personaggi e interpreti:
Kaiser Overall Markus Werba
Der Lautspreche Karl Huml
Ein Soldat Antonio Gares
Harlekin/Tenore Requiem Cameron Becker
Bubikopf/Soprano Requiem Lavinia Bini
Der Tod/Basso Requiem Grigory Shkarupa
Der Trommler/Mezzosoprano Requiem Julia Rutigliano
Maestro al pianoforte e al cembalo Tohar Gill
Orchestra, Coro e Corpo di ballo del Teatro Massimo
Maestro del Coro Salvatore Punturo

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