Palermo, Teatro Massimo: “La Traviata”

Palermo, Teatro Massimo, Stagione dopera 2019
LA TRAVIATA”
Melodramma in tre atti, Libretto di Francesco Maria Piave.
Musica di Giuseppe Verdi
Violetta Valery RUTH INIESTA
Alfredo Germont FRANCESCO CASTORO
Giorgio Germont SIMONE DEL SAVIO
Flora Bervoix CARLOTTA VICHI
Annina PIERA BIVONA
Gastone PIETRO PICONE
Barone Douphol LORENZO GRANTE
Marchese D’Obigny ALESSIO VERNA
Il dottor Grenvil ALESSANDRO ABIS
Giuseppe FRANCESCO POLIZZI
Un domestico di Flora/Un commissionario ANTONIO BARBAGALLO
Matador GAETANO LA MANTIA
Zingarella MONICA PIAZZA
Orchestra e Coro del Teatro Massimo
Direttore Alberto Maniaci
Maestro del Coro Ciro Visco
Regia Mario Pontiggia ripresa da Angelica Dettori
Scene Francesco Zito e Antonella Conte
Costumi Francesco Zito
Luci Bruno Ciulli
Coreografia Giuseppe Bonanno ripresa da Alberto Montesso
Allestimento del Teatro Massimo di Palermo
Palermo, 13 Settembre, 2019 (Prima rappresentazione)
Sono state l’interpretazione di Ruth Iniesta, al debutto in Violetta, e l’ottima prova del Coro del Teatro Massimo diretto, per la prima volta, dal Maestro Ciro Visco, gli elementi di maggior interesse che, a nostro giudizio, hanno contraddistinto questa Traviata palermitana.
Il capolavoro verdiano è stato presentato con la regia di Mario Pontiggia, ripresa da Angelica Dettori, che si presenta sostanzialmente statica con soluzioni drammatiche da canone. L’opera è stata rappresentata nel noto allestimento del Teatro Massimo che propone una dislocazione spazio-temporale: Parigi di metà Ottocento diventa la Palermo Liberty dei Florio nei primi anni del Novecento, abituata alle pieghe aggraziate degli abiti dipinti da Giovanni Boldini, all’ebanisteria Ducrot, agli stilemi Art Nouveau o, ancora, all’impronta estetica di Ernesto Basile.
Le scene di Francesco Zito e Antonella Conte sono  sontuose, accurate nel  dettaglio ma non invasive. Il palco tende ad essere sgombro da elementi scenici e questo aiuta i movimenti  del coro in scena, unico elemento di vero dinamismo drammatico. Fa naturalmente eccezione il terzo atto: una tenda grigia sul fondo e, al centro della scena, un enorme letto, spazio ultimo dell’illusione e della morte. Anche le luci, curate da Bruno Ciulli, sono  tarate sull’evoluzione scenica proposta. Efficaci  i costumi di Francesco Zito, specie quelli femminili. Se gli uomini alternano la grisaglia con l’abito da sera, le donne scintillano in paillettes e piume. L’entrata in scena delle Zingarelle è, ad esempio, di grande impatto: il fruscio lampeggiante degli abiti lunghi fino a terra e stretti in vita è abbacinante. Buona la prova dell’Orchestra del Teatro Massimo diretta però  senza particolari guizzi interpretativi dal Maestro Alberto Maniaci che ha scelto di imprimere un ritmo alquanto cadenzato alla partitura, facendone bene apprezzare le sonorità. Eccellente, come si accennava in esergo, la prova del Coro, diretto per la prima volta dal Maestro Visco: puntuale e preciso nella resa vocale e scenica. I celebri cori del secondo atto (Zingarelle e Mattadori) sono stati impreziositi  da un passo a due, molto sensuale ed allusivo, di Gaetano La Mantia, interpretato da Monica Piazza e Gaetano La Mantia su coreografia di Giuseppe Bonanno, ripresa da Alberto Montesso.
Ruth Iniesta è stata, al suo debutto nel ruolo, una Violetta complessivamente efficace. Se pur con una resa vocale discontinua, ma espressiva nel fraseggio, ha saputo comunque affrontare dignitosamente le asperità del ruolo. Il pubblico le ha tributato applausi pieni e convinti.
In crescendo la prova di Francesco Castoro (Alfredo). Chiamato a sostituire Ayon Rivas, Castoro ha onorato il ruolo proponendo la propria voce fresca e squillante e buone capacità sceniche. Apprezzabile nel fraseggio, ha convinto molto nell’incontro drammatico e commovente con Violetta nel terzo atto. Il collaudato Simone Del Savio ha dato voce a Giorgio Germont con vocalità  piena e sicura. Efficace nell’articolazione dei suoni e dei versi, il suo ingresso in medias res, dopo l’oltraggio di Alfredo, con il suo “Di sprezzo degno!” così ultimativo è stato un momento assai intenso. Piera Bivona (Annina) è stata musicalmente corretta e precisa nei suoi interventi,
mentre la Flora di Carlotta Vichi non ha mostrato vocalmente una dizione e una comprensione del cantato impeccabile e chiara. Il resto del cast nei ruoli di comprimariato ha svolto con puntualità e perfezione il compito loro affidato senza sfigurare:
Alessandro Abis (Dr. Grenvil),  Lorenzo Grante (Barone Douphol), Pietro Picone (Gastone), Alessio Verna (Marchese D’Obigny), Francesco Polizzi, (Giuseppe) e Antonio Barbagallo (Domestico di Flora e commissionario). Si replica fino al 27 Settembre. Foto R.Garbo & F.Lannino